Perché i bicchieri con l’acqua bollente si rompono?
Ti è mai capitato di versare acqua bollente in un bicchiere e sentirlo incrinarsi o, peggio, frantumarsi? È un incidente domestico comune, spesso annunciato da un “crack” improvviso. Infatti, quando i bicchieri con l’acqua bollente si rompono, non è un caso. Questo fenomeno ha una spiegazione fisica precisa: lo shock termico. La dilatazione non uniforme del materiale genera tensioni interne che, superando la resistenza del vetro, lo portano a cedere. Scopriamo insieme la scienza dietro questo evento e come alcuni vetri, come il borosilicato, resistono meglio.

Shock Termico: La Causa Principale
Lo shock termico rappresenta una sollecitazione interna. Essa si genera in un materiale che subisce un brusco cambiamento di temperatura. Materiali fragili come il vetro sono particolarmente vulnerabili. Quando versi acqua bollente (circa 100°C) in un bicchiere a temperatura ambiente (circa 20-25°C), la sua superficie interna si riscalda istantaneamente. Quindi, tenta di espandersi. Tuttavia, il vetro conduce male il calore. Perciò, il calore non si diffonde rapidamente attraverso lo spessore del bicchiere. Mentre l’interno si surriscalda e si dilata, lo strato esterno rimane freddo. Quest’ultimo mantiene le sue dimensioni originali, opponendosi all’espansione della parte interna. È proprio in queste condizioni che i bicchieri con l’acqua bollente si rompono.
Questa differenza di comportamento crea un gradiente termico. Si tratta di una differenza di temperatura attraverso il materiale. Tale gradiente genera forti tensioni interne. Immagina la parte interna che “vuole” allargarsi, ma la parte esterna, non ancora riscaldata, la “trattiene”. Al contrario, se versassi acqua gelida in un bicchiere caldo, accadrebbe l’opposto. La parte interna si raffredderebbe e cercherebbe di contrarsi. L’esterno caldo, invece, resisterebbe a questa contrazione.
Diversi fattori possono aggravare lo shock termico e aumentare il rischio che i bicchieri con l’acqua bollente si rompono:
- Sbalzo termico: Una maggiore e più rapida differenza di temperatura genera tensioni maggiori. Un passaggio istantaneo da 20°C a 100°C è molto critico.
- Bassa conducibilità termica: Il vetro trattiene il calore localmente. Ciò mantiene un’elevata differenza di temperatura tra interno ed esterno.
- Spessore, forma e difetti: Bicchieri molto spessi o con variazioni improvvise di spessore mantengono un gradiente termico più a lungo e possono concentrare lo stress in punti specifici. Microfratture o scheggiature agiscono da punti di innesco per la rottura.
Dilatazione Termica: Il Vetro si Allunga in Modo Disuguale
Alla base dello stress da shock termico troviamo la dilatazione termica. Quasi tutti i materiali, quando riscaldati, tendono ad espandersi. Aumentano leggermente le loro dimensioni. Il coefficiente di dilatazione termica quantifica questa espansione per ogni grado di aumento termico.
Il vetro comune (vetro sodico-calcico) ha un coefficiente di circa 9×10⁻⁶ K⁻¹. Significa che per ogni grado Celsius di aumento, la sua lunghezza aumenta di circa nove milionesimi. Sembra poco. Tuttavia, un riscaldamento di decine di gradi (80°C di differenza tra 20°C e 100°C!) concentrato solo su una parte del bicchiere crea un problema. L’interno caldo “vuole” espandersi. L’esterno freddo, però, glielo impedisce. Questa dilatazione non uniforme genera forze contrastanti. La rigidità del vetro trasforma queste piccole espansioni impedite in stress meccanici notevoli.
Tensioni Interne: Il “Tira e Molla” Che Spezza il Vetro
A causa della dilatazione non uniforme, nel vetro si creano tensioni interne opposte. La zona interna calda subisce compressione, poiché la sua espansione è frenata. Invece, la zona esterna fredda subisce trazione, perché “tirata” dall’interno dilatato.
Questa distinzione è fondamentale. Infatti, il vetro reagisce diversamente alle sollecitazioni:
- Resiste bene alla compressione (fino a circa 1000 MPa). Le microfratture tendono a chiudersi.
- È molto più debole in trazione (resistenza di circa 40-50 MPa per il vetro comune). È da queste microfratture, inevitabilmente presenti sulla superficie di qualsiasi vetro, che la rottura si innesca e si propaga rapidamente quando la tensione supera la soglia di resistenza.
Dunque, lo strato esterno del bicchiere, in trazione, è il punto debole. Se le tensioni superano la resistenza del vetro, una una microfrattura si propaga rapidamente, causando la rottura e il caratteristico suono “crack“. Il vetro, materiale fragile, non assorbe lo stress deformandosi plasticamente. Quindi, cede di colpo.
La Soluzione nel Materiale: il Vetro Borosilicato
Fortunatamente, non tutti i vetri sono così vulnerabili. A differenza del vetro comune, e con prestazioni superiori anche rispetto al vetro temperato (noto per la sua resistenza agli urti), il vetro borosilicato (talvolta indicato anche col nome commerciale di Pyrex) resiste specificamente a forti sbalzi termici. Il suo segreto? Un coefficiente di dilatazione termica molto più basso: circa 3,3×10⁻⁶ K⁻¹. È quasi tre volte inferiore a quello del vetro comune. Espandendosi meno, sviluppa tensioni interne inferiori.
Il vetro borosilicato tollera differenze di temperatura di oltre 150-180°C. Il vetro ordinario, invece, può rompersi con sbalzi di 50-60°C. Questo lo rende ideale per vetreria da laboratorio, teiere e pirofile. Anche il vetro al quarzo (silice pura fusa) offre una resistenza termica estrema, ma è più costoso.

Consigli Pratici per Evitare la Rottura dei Bicchieri
Per evitare che i tuoi bicchieri facciano una brutta fine, segui questi accorgimenti:
- Scegli il Vetro Giusto: Preferisci bicchieri in vetro borosilicato o resistenti al calore.
- Riscalda Gradualmente: Preriscalda il bicchiere con acqua tiepida, poi più calda, prima del liquido bollente.
- Usa un Cucchiaino di Metallo: Inseriscilo nel bicchiere prima di versare. Il metallo, essendo un buon conduttore termico, assorbe e disperde rapidamente una parte del calore iniziale dell’acqua bollente, riducendo lo shock termico sul vetro.
- Versa Lentamente: Non versare tutto in una volta. Dirigi il flusso contro il lato interno.
- Attenzione alle Superfici Fredde: Non appoggiare un bicchiere caldo su marmo o metallo freddi.
In conclusione, la prossima volta che un bicchiere minaccia di cedere, ricorderai questa lezione di fisica. Quando i bicchieri con l’acqua bollente si rompono, è a causa dello shock termico. La rapida e disuguale espansione del vetro genera tensioni interne che superano la sua resistenza. Tuttavia, la scelta di materiali adatti o semplici precauzioni possono prevenire questo comune inconveniente.
Fonti e Approfondimenti
Le voci di Wikipedia dedicate a stress termico, dilatazione termica e vetro borosilicato illustrano come gli sbalzi di temperatura generino tensioni interne nei materiali fragili (il “crack” del vetro), chiarendo che è l’espansione non uniforme a mettere sotto sforzo il bicchiere e mostrando perché il borosilicato, grazie al suo coefficiente di dilatazione inferiore resista meglio allo shock termico.
La scheda di Corning, società che commercializza Pyrex, “7 Fast Facts About PYREX Lab Glass” quantifica la finestra operativa del borosilicato (-40 ÷ 300 °C) e sottolinea la minima espansione che evita rotture improvvise. Infine, il modulo Lumen “Thermal Expansion of Solids and Liquids” offre una tabella comparativa del coefficiente di dilatazione termica, dati utili per calcolare le tensioni che fanno collassare un bicchiere se passa da 20 °C a 100 °C in pochi secondi.

