Scienza e Fenomeni Naturali

Perché Plutone non è un pianeta?

Per molti di noi, cresciuti con la filastrocca dei nove pianeti, la notizia è stata un piccolo trauma. Per 76 anni, Plutone è stato considerato il nono pianeta del nostro sistema solare. Poi, improvvisamente, è stato “declassato”. Ma il motivo perché Plutone non è un pianeta non è un capriccio, ma il risultato inevitabile di nuove scoperte che hanno cambiato per sempre la mappa del nostro vicinato cosmico.

La sonda New Horizons ci regala l’iconico “cuore” di Plutone, scolpito nel ghiaccio d’azoto.
Il volto di Plutone con il “cuore” di Tombaugh Regio

La Scoperta: Un Pianeta Trovato per Caso

La storia di Plutone inizia il 18 febbraio 1930, quando il giovane astronomo Clyde Tombaugh, analizzando lastre fotografiche al Lowell Observatory, identificò un puntino luminoso che si muoveva. La sua ricerca era motivata dalla caccia a un “Pianeta X” che si credeva responsabile di presunte irregolarità nelle orbite di Urano e Nettuno. L’annuncio del 13 marzo lo consacrò subito come nono pianeta del sistema solare. Il nome fu suggerito da una bambina inglese di 11 anni, Venetia Burney, e piacque perché richiamava il dio degli inferi e conteneva le iniziali di Percival Lowell, l’astronomo che aveva dato il via alla caccia al “Pianeta X”.

La Crisi d’Identità: la Scoperta di Eris

Per decenni, Plutone è stato l’unico oggetto conosciuto oltre l’orbita di Nettuno. Ma con il progredire dei telescopi, si scoprì che non era solo. Gli astronomi individuarono decine di altri corpi ghiacciati nella Fascia di Kuiper. La vera crisi arrivò nel 2005, quando l’astronomo Mike Brown scoprì Eris, un corpo celeste che si rivelò essere addirittura più massiccio di Plutone. A questo punto, la domanda era inevitabile: se Plutone è un pianeta, allora anche Eris deve esserlo? La scienza aveva bisogno di una definizione chiara.

Le Nuove Regole del Gioco: la Definizione del 2006

Per risolvere la questione, l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) si riunì a Praga nel 2006 e stabilì tre criteri che un corpo celeste deve soddisfare per essere definito “pianeta”:

  1. Deve orbitare attorno al Sole. (E Plutone lo fa).
  2. Deve avere una massa sufficiente per essere quasi sferico. (E Plutone lo è).
  3. Deve aver “ripulito” la sua orbita. (Ed è qui che Plutone fallisce).

La “Colpa” di Plutone: un’Orbita Affollata

Cosa significa “ripulire l’orbita”? Significa che un pianeta deve essere l’oggetto gravitazionalmente dominante nel suo percorso. Plutone, invece, condivide la sua orbita con innumerevoli altri oggetti della Fascia di Kuiper. Per questo motivo, è stato riclassificato in una nuova categoria creata apposta: pianeta nano. In questa categoria rientrano, oltre a Plutone, anche Ceres (nel cuore della fascia degli asteroidi), Eris, Haumea e Makemake.

Grafico su sfondo nero con anelli bianchi concentrici per le orbite solari: Sole al centro, Terra su un anello, Nettuno su un cerchio più ampio e una grande ellisse inclinata per Plutone.
Schema in scala delle distanze orbitali – non delle dimensioni dei pianeti – che evidenzia l’orbita obliqua ed eccentrica di Plutone rispetto ai pianeti maggiori.

Un Mondo Complesso e Affascinante

La riclassificazione non ha tolto nulla al fascino di Plutone: il 14 luglio 2015 la sonda NASA New Horizons lo ha sorvolato, rivelando un mondo geologicamente sorprendente. Spicca la Tombaugh Regio, la caratteristica area a forma di cuore il cui lobo occidentale ospita la Sputnik Planitia, un’enorme pianura di ghiaccio d’azoto. Su Plutone si ergono imponenti montagne di ghiaccio d’acqua alte fino a 3 km e un’atmosfera tenue, velata da foschie di idrocarburi. Inoltre, Plutone non è solo. Possiede un sistema di ben cinque satelliti, dominato dalla sua luna più grande, Caronte.

La relazione tra i due è così unica che vengono spesso descritti come un “pianeta doppio”. Caronte, infatti, è così grande rispetto a Plutone (circa la metà del suo diametro) che il loro centro di gravità comune si trova nello spazio tra di loro, e non all’interno di Plutone. Questo significa che i due corpi celesti danzano in un’orbita reciproca attorno a un punto vuoto. A completare il sistema ci sono le quattro lune minori: Notte e Idra (scoperte nel 2005), Cerbero (2011) e Stige (2012).

Immagine a campo stretto dello spazio: Plutone e Caronte risplendono con picchi di diffrazione, mentre due deboli puntini etichettati Nix e Hydra orbitano più lontano, su sfondo nero senza stelle.
Plutone e le sue lune minori Nix e Hydra immortalati da Hubble insieme a Caronte.

Un Dibattito Ancora Aperto

Oggi, la decisione dell’IAU è ancora dibattuta. Molti planetologi, come riportato da Space.com, chiedono di rivedere la definizione del 2006 alla luce delle scoperte nella Fascia di Kuiper, che ci hanno mostrato una grande varietà di mondi. Nel frattempo, la caccia a nuovi pianeti continua: un recente studio ha proposto un possibile candidato per l’elusivo Pianeta Nove, anche se la comunità scientifica resta cauta. Il caso di Plutone, quindi, non è una semplice declassificazione, ma la testimonianza che la scienza è un processo in continua evoluzione, pronto a riscrivere le mappe del cosmo man mano che la nostra conoscenza si espande.

Fonti e Approfondimenti

Se vuoi capire esattamente la regola che ha portato alla riclassificazione di Plutone, la fonte migliore è la pagina della NASA che spiega i tre criteri stabiliti dall’Unione Astronomica Internazionale. Qui scoprirai che la “colpa” di Plutone non è la sua dimensione, ma il non aver “ripulito la propria orbita”, il terzo e decisivo punto della definizione.

Ma essere un “pianeta nano” non ha reso Plutone meno interessante. Se vuoi esplorare questo mondo remoto e affascinante, la pagina della NASA dedicata a Plutone è ricca di informazioni. Per una scheda rapida con tutti i dati, dai suoi cinque satelliti alla sua atmosfera, la sezione “Facts” della NASA è perfetta.

Infine, se vuoi approfondire il dibattito ancora in corso, l’articolo di Space.com spiega perché molti scienziati non sono d’accordo con la decisione del 2006. E per uno sguardo al futuro, l’approfondimento di Geopop ti aggiornerà sulla caccia all’elusivo “Pianeta Nove”, dimostrando che la nostra conoscenza del Sistema Solare è tutt’altro che completa.

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