Perché si dice “mettere alla gogna”?
Basta un post sbagliato, una frase infelice o un comportamento controverso, e in poche ore una persona può essere travolta da un’ondata di disprezzo pubblico. La chiamiamo “linciaggio mediatico”, ma l’espressione più antica e precisa per descrivere questo fenomeno è un’altra: mettere alla gogna. Questa frase non è solo un modo di dire, ma l’eco di una pratica brutale che, pur avendo cambiato strumento, non ha perso la sua funzione sociale e il suo potere distruttivo. Ma cosa significava esattamente e perché oggi è più attuale che mai?

L’Origine: La Gogna come Strumento di Umiliazione Pubblica
Per capire perché si dice “mettere alla gogna”, dobbiamo tornare indietro nel tempo, nelle piazze affollate dell’Europa medievale e rinascimentale. La gogna era uno strumento di punizione tanto semplice quanto terribile. Solitamente era una colonna o un palco di legno dotato di anelli di ferro e di un collare che bloccava la testa e le mani del condannato, costringendolo in una posizione scomoda e indifesa. Il suo scopo principale non era infliggere dolore fisico, ma orchestrare un rituale di degradazione sociale. Il condannato veniva esposto per ore, a volte giorni, al pubblico come oggetto di scherno. Era un bersaglio inerme per insulti, sputi e il lancio di rifiuti da parte della folla. La sua colpa veniva resa visibile a tutti, e la vergogna diventava un marchio indelebile.
Dalla Piazza alla Bacheca: La Gogna nell’Era Digitale
Oggi le gogne di legno non esistono più, ma il meccanismo è sopravvissuto, adattandosi ai nuovi strumenti di comunicazione. La piazza medievale è stata sostituita dalla bacheca di un social network come X, Facebook o TikTok. Il principio, però, è rimasto identico: isolare un individuo, esporlo al giudizio di una folla e punirlo attraverso l’umiliazione di massa. Un singolo errore può essere amplificato da migliaia di condivisioni e commenti carichi d’odio, distruggendo reputazioni, carriere e il benessere psicologico di una persona in poche ore. La gogna moderna non usa il ferro, ma i pixel e le notifiche, e la sua portata globale la rende, per certi versi, ancora più spietata.
La Psicologia dietro al Linciaggio: Perché lo Facciamo?
Ma perché sentiamo ancora il bisogno di “mettere alla gogna” qualcuno? Secondo gli psicologi sociali, questo comportamento affonda le radici in istinti tribali legati alla coesione del gruppo. Punire pubblicamente chi devia dalla norma serve a riaffermare i valori e le regole della comunità, mandando un messaggio chiaro su cosa è accettabile e cosa non lo è. Partecipare al linciaggio collettivo può anche dare un senso di potere e di superiorità morale. Tuttavia, lo schermo di un dispositivo crea una distanza emotiva che ci fa dimenticare l’impatto reale delle nostre parole, disumanizzando il bersaglio e rendendo più facile accanirsi senza provare empatia.
In conclusione, l’espressione “mettere alla gogna” è la testimonianza di come certi meccanismi sociali siano duri a morire. La tecnologia ha cambiato il mezzo, ma non il fine. Che sia in una piazza affollata o su un feed infinito, l’obiettivo rimane quello di punire attraverso l’esposizione e la vergogna pubblica. Ricordare l’origine brutale di questa frase ci serve da monito: dietro ogni profilo online c’è una persona reale, e le parole, proprio come le pietre, possono ferire in modo profondo e permanente.
Fonti e Approfondimenti
Per ricostruire il significato di questa espressione, ci siamo basati su fonti storiche e analisi sociologiche. L’enciclopedia Treccani, alla voce “gogna”, fornisce la definizione storica dello strumento di pena, descrivendone l’uso per l’esposizione al pubblico ludibrio. Per l’analisi del fenomeno moderno, un testo fondamentale è il saggio “So You’ve Been Publicly Shamed” del giornalista Jon Ronson, che ha documentato decine di casi di gogna digitale, intervistando vittime e carnefici. Infine, la BBC ha approfondito le conseguenze psicologiche del linciaggio online, spiegando come l’anonimato e la viralità dei social media amplifichino i danni sulla salute mentale delle persone coinvolte.

