Il Perché si Dice

Perché si dice “piove, governo ladro”?

Piove, governo ladro” rappresenta una delle espressioni più pittoresche e ironiche del linguaggio popolare italiano, utilizzata frequentemente per manifestare una sorta di malcontento e frustrazione generale nei confronti delle autorità e del potere costituito. Questo detto, che letteralmente associa un evento meteorologico ordinario come la pioggia alla disonestà dei governanti, trascende il suo significato letterale per trasformarsi in un simbolo di satira politica e di critica sociale. Ma da dove proviene esattamente questo modo di dire e come è riuscito a incarnare un così ampio spettro di sentimenti popolari? In questo approfondimento, esploreremo le sue origini e l’evoluzione storica, cercando di capire come questa semplice frase sia diventata un potente strumento di espressione collettiva.

Perché si dice “piove, governo ladro”
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L’origine dell’espressione “piove, governo ladro”

La storia dietro “piove, governo ladro” è intricata e multiforme, con diverse ipotesi che tentano di spiegarne le origini. Una delle interpretazioni più diffuse riguarda la tradizione di attribuire al governo la colpa per ogni evenienza negativa, anche quelle naturali come la pioggia.

Una delle teorie più accreditate fa risalire l’espressione a un episodio legato alla vignetta satirica di Casimiro Teja pubblicata nel giornale umoristico “Il Pasquino” nel 1861. La vignetta mostrava dei mazziniani al riparo dalla pioggia, che gli aveva impedito una loro dimostrazione a Torino, con la didascalia “Piove, governo ladro!”. L’espressione divenne così un motto popolare per esprimere disapprovazione e ironia verso il governo.

Altre spiegazioni legano il detto a pratiche fiscali storiche, come l’aumento delle tasse in conseguenza del maggior peso dei beni bagnati dalla pioggia, o l’aumento delle tasse sui raccolti in annate particolarmente piovose, come nel caso del Regno Lombardo-Veneto sotto l’occupazione austriaca.

Un’ulteriore interpretazione lo collega a Sant’Agostino, che nel “De Civitate Dei” attribuiva ai Cristiani la colpa per vari problemi, tra cui la siccità, con la frase “pluvia deficit, causa Christiani sunt”.

Il significato attuale

Nell’uso moderno, “piove, governo ladro” è diventato un modo di esprimere, spesso con tono ironico, il dissenso verso le autorità o il potere costituito. Questa espressione viene utilizzata per indicare il malcontento popolare, non solo nei confronti del governo ma anche di altre forme di autorità percepite come oppressive o ingiuste.

Il detto è spesso impiegato in contesti in cui le persone si sentono impotenti di fronte a situazioni negative che sfuggono al loro controllo. In tali circostanze, l’espressione serve come uno sfogo, permettendo di canalizzare la frustrazione in una forma di protesta simbolica e bonaria.

Inoltre, il detto è anche un promemoria del fatto che spesso tendiamo a cercare un capro espiatorio per i nostri problemi, anche quando la causa reale è al di fuori della sfera di controllo di qualsiasi autorità. In questo senso, “piove, governo ladro” riflette un atteggiamento critico nei confronti della tendenza umana a incolpare gli altri per situazioni sfortunate o difficili.

In sintesi, “piove, governo ladro” è più di un semplice detto popolare; è una frase che cattura la tendenza umana a trovare un colpevole per le disgrazie, sia in tempi antichi che moderni. Questo modo di dire continua a essere rilevante, evidenziando il nostro bisogno di attribuire la responsabilità, specialmente in tempi di difficoltà e di sfiducia, nelle istituzioni.

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