Perché il semaforo è rosso, giallo e verde?
Rosso, giallo e verde. Li vediamo decine di volte al giorno e il loro messaggio è universale e istantaneo. Ma vi siete mai chiesti il motivo perché il semaforo è rosso, giallo e verde? La scelta di questi tre colori non è affatto casuale, ma è il risultato di un affascinante mix di storia, psicologia e, soprattutto, fisica. Per capirlo, dobbiamo tornare indietro, a un’epoca in cui i binari dei treni, e non le strade, avevano bisogno di ordine.

Dalle Ferrovie alla Strada: Una Storia a Tappe
Il primo sistema di segnalazione luminosa nacque nel XIX secolo per le ferrovie. È interessante notare che, in questi primi sistemi ferroviari, il segnale di “via libera” non era verde, ma bianco. Questa scelta si rivelò però troppo pericolosa: se la lente rossa di un segnale di “stop” si fosse rotta, la luce bianca della lampada interna sarebbe stata interpretata erroneamente come un via libera, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Il verde fu quindi adottato come alternativa sicura, perché nettamente distinguibile sia dal rosso che dal giallo.
Questa logica di sicurezza fu ereditata dal mondo stradale, dove il primo semaforo fu installato a Londra il 10 dicembre 1868. Era a gas ed ebbe vita breve: dopo un mese esplose. L’idea fu ripresa con l’elettricità: il 5 agosto 1914 entrò in funzione a Cleveland il primo semaforo moderno, con due sole luci (rosso e verde) e un campanello. Ci volle poco a capire che mancava un avviso intermedio. Fu l’ingegnere William Potts, a Detroit nel 1920, a integrare la terza luce gialla, creando il prototipo del semaforo che conosciamo. Il primo semaforo italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925, mentre nel 1961 a Berlino Est venne installato il primo semaforo specifico per pedoni.


La Scienza dei Colori: una Scelta Fisica e Psicologica
La scelta di rosso, giallo e verde è dettata da precise leggi della fisica e dalla nostra percezione visiva.
Colore | Lunghezza d’onda (nm) | Significato | Motivo scientifico/culturale |
---|---|---|---|
Rosso | 620‑740 | Stop | È la luce visibile a maggiore lunghezza d’onda, meno diffusa dall’atmosfera, quindi percepibile più lontano e in condizioni di nebbia; simbolo universale di pericolo, probabilmente per il suo legame ancestrale con il colore del sangue e del fuoco. |
Giallo | 565‑590 | Attenzione | La sua luminosità attira l’occhio umano. Rappresenta transizione e allerta, ma non urgenza assoluta. |
Verde | 495‑570 | Via libera | Situato nella zona di massima sensibilità visiva; il contrasto con il rosso è netto. Culturalmente associato alla natura e alla “sicurezza”. |
Colori Alternativi? Perché non Blu o Viola?
In teoria altri colori potrebbero funzionare, ma falliscono su più fronti:
- Minore distanza percettiva: il blu e il viola si confondono più facilmente con il cielo, specie al crepuscolo.
- Tecnologia tardiva: LED blu potenti sono arrivati solo negli anni ’90, troppo tardi per sostituire uno standard già globale.
- Simbolismo meno intuitivo: il rosso richiama biologicamente l’allerta, mentre il blu non ha radici naturali di pericolo.
Perché i colori primari si chiamano così?
Dalle Lampadine ai LED: Un Linguaggio Universale che si Evolve
Fino agli anni ’90 i semafori usavano lampade a incandescenza, poco efficienti. L’introduzione dei LED ha triplicato la visibilità, abbattuto i consumi (‑85%) e permesso di integrare countdown e sensori di traffico. Nonostante la tecnologia cambi, la triade cromatica resta invariata. La Convenzione di Vienna sulla segnaletica stradale del 1968 ha standardizzato a livello internazionale la sequenza e la posizione delle luci (rosso sempre in alto o a sinistra), garantendo che un automobilista possa comprenderlo ovunque, anche in caso di daltonismo, grazie alla posizione standardizzata della luce.
In sintesi, il motivo perché il semaforo è rosso, giallo e verde è una straordinaria lezione di design. È una soluzione che sfrutta le leggi della fisica per massimizzare la visibilità, la psicologia per comunicare messaggi chiari e la standardizzazione per creare un linguaggio universale. Un sistema semplice ma geniale, progettato per garantire la nostra sicurezza in modo silenzioso ed efficiente, incrocio dopo incrocio.
Fonti e Approfondimenti
Se vuoi approfondire l’affascinante e un po’ turbolenta storia del semaforo, puoi leggere l’articolo del Londonist, che racconta del primo, sfortunato esperimento a gas di Londra, esploso dopo appena un mese di servizio. Per scoprire invece come nacque il primo vero semaforo elettrico moderno, puoi consultare la pagina del Cleveland Police Museum, che descrive l’installazione che nel 1914 diede il via all’era della segnaletica stradale luminosa.
Infine, se vuoi saperne di più su come questo sistema sia diventato un linguaggio universale, la pagina di Wikipedia sulla Convenzione di Vienna sulla segnaletica stradale è la fonte perfetta. Qui capirai come le regole sui colori, la loro sequenza e la loro posizione (con il rosso sempre in alto) siano state standardizzate a livello internazionale, garantendo che un automobilista possa guidare in sicurezza da Roma a Tokyo, comprendendo lo stesso, identico messaggio.

